Calcio, meticciato e razzismo.
Abstract
È opinione diffusa che, attraverso il calcio, i brasiliani abbiano imparato ad esprimersi, a rivelarsi, cercando di raccontare la propria storia da se stessi, anche senza grande chiarezza. Nato elitario, negli anni '20 il fenomeno calcio contagiava già giocatori, tifosi, dirigenti, giornalisti e allenatori. Divenne popolare perché praticato da gente semplice, forse per le umili origini di atleti come Leônidas da Silva. Forse anche come possibilità simbolica di uguaglianza tra bianchi e neri. L’idea del meticciato e, in particolare, della presenza dei neri nella composizione sociale brasiliana, avrebbero – con grande partecipazione dei media – impiantato la visione che le nostre predisposizioni razziali avrebbero portato spavalderia e malizia, oltre all’improvvisazione, al calcio brasiliano. Non è assolutamente così.
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